Sezione terza età
Demenza Senile nel Cane
Cerchiamo di inquadrare quella che si potrebbe definire demenza senile nel cane anziano.
Tutti gli organi sono esposti ai danni della vecchiaia, ma il cervello è probabilmente il più vulnerabile. Le cellule che lo compongono, i neuroni, hanno infatti scarsissime capacità rigenerative, ed il loro numero diminuisce con l’avanzare dell’età; sono inoltre meno plastici e, dunque, meno efficienti nel mediare le funzioni superiori di memoria, emotività, capacità di apprendimento, reattività e adattabilità all’ambiente circostante.
La capacità di un animale di muoversi e svolgere le proprie attività quotidiane dipende dalla capacità del cervello, della colonna vertebrale, dei nervi e dei muscoli di lavorare in sinergia.
Un certo declino è naturale:
una minor vitalità, attenzione agli eventi ed all’ambiente, minor prontezza nella soluzione di problemi e sensi meno “acuti” sono tipici dell’invecchiamento, sia nell’uomo sia nei nostri amici a quattro zampe.
Il grado di questo normale invecchiamento mentale dipende molto dalla stimolazione ricevuta nel corso della vita: un’esistenza attiva e dinamica, ricca di incontri ed attività aiuta a restare mentalmente pronti più a lungo.
L’invecchiamento del Sistema nervoso è quindi un processo fisiologico, le cui manifestazioni cliniche possono tuttavia essere considerate patologiche quando la qualità della vita dell’animale od il rapporto affettivo con il proprietario cominciano a deteriorarsi.

La Sindrome da Deterioramento Cognitivo
è una vera patologia degenerativa nella quale il tessuto cerebrale sano e funzionante viene sostituito da placche di una sostanza amorfa, detta amiloide, che distruggono i meccanismi di trasmissione sinaptica, impedendo al cervello di funzionare, con un conseguente declino di alcune funzioni cerebrali, in particolar modo quelle implicate nella memoria e nell’apprendimento.
I segni clinici sono costituiti da disorientamento (l’animale vaga per casa senza scopo ed appare disorientato e confuso, manifestando difficoltà o addirittura assenza di riconoscimento di persone, posti e oggetti), diminuzione della risposta agli stimoli ambientali, perdita dell’obbedienza verso il proprietario e maggiore irritabilità, alterazioni del ciclo sonno-veglia (dorme molto durante il giorno, la notte piange, guaisce o abbaia) ed infine evacuazione in luoghi inappropriati.
La diagnosi
di disfunzione cognitiva è una cosiddetta “diagnosi per esclusione”, può cioè essere formulata solo dopo aver indagato tutte le altre possibili cause.
Esistono infatti numerose malattie encefaliche che devono essere prese in considerazione nel corso della visita neurologica di un animale anziano.
L’interpretazione delle reazioni e dei riflessi ottenuti nel corso di una visita neurologica effettuata su un paziente anziano deve essere sempre fatta con riserva, prendendo in considerazione l’invecchiamento di articolazioni, tendini e muscoli.
Le malattie del proencefalo, indipendentemente dall’età del paziente, possono determinare la comparsa dei seguenti sintomi: calo dell’attenzione, disturbi della vista e/o dell’olfatto, deficit propriocettivi controlaterali, turbe del comportamento e movimenti epilettiformi (ripetizione ossessiva di determinati percorsi o movimenti di maneggio, testa premuta contro un muro, crisi convulsive focali). Questi segni clinici possono essere episodici o continui e progredire lentamente oppure molto velocemente.
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