Sezione terza età

Incontinenza Urinaria Cane Anziano

La perdita del controllo della funzionalità urinaria o incontinenza urinaria è un problema di frequente riscontro nel cane anziano. Si può avere una perdita continua ed involontaria di urina (vera e propria incontinenza urinaria), incapacità a svuotare la vescica con ristagno di urina (ritenzione urinaria) ed urinazione non appropriata (in tempi e luoghi anomali).
L’incontinenza urinaria può avere cause neurologiche o non neurologiche. In caso di pazienti che mostrano solo segni di incontinenza urinaria, le cause non neurologiche sono di gran lunga le più frequenti.

Nell’ambito delle patologie neurologiche, i problemi di urinazione rappresentano di solito un segno clinico che si affianca ad altri segni di disfunzione nervosa concomitanti.

La vescica è infatti riccamente innervata attraverso un sistema piuttosto complesso che coinvolge numerosi tratti del Sistema Nervoso, da strutture contenute all’interno del cranio, al midollo spinale che decorre all’interno della colonna vertebrale, fino ai nervi periferici.

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Si parla di “vescica neurogena” quando la disfunzione vescicale è dovuta ad anomalie congenite, lesioni o patologie cerebrali, del midollo spinale o dell’innervazione locale della vescica e del suo sbocco.
Le lesioni neurologiche possono essere suddivise in due categorie: lesioni da motoneurone superiore, a cui consegue la “vescica neurogena spastica” (contratta) e lesioni da motoneurone inferiore, che determinano la “vescica neurogena ipotonica” (flaccida).

Le patologie neurologiche che possono provocare incontinenza urinaria nell’animale anziano possono interessare il midollo spinale, in particolar modo i segmenti terminali, come nel caso della sindrome della cauda equina, oppure la corteccia cerebrale, come per le encefaliti o le neoplasie: in questo caso il soggetto può perdere il controllo volontario della minzione; ne derivano comportamenti anomali, spesso molto fastidiosi per i proprietari, quali l’urinazione inappropriata in casa.

La causa più frequente di alterazioni della minzione da MNS è rappresentata dalle patologie del midollo spinale toraco-lombari (metameri spinali T3-L3), quali: ernie discali, fratture, sublussazioni, lussazioni vertebrali, emboli fibrocartilaginei, neoplasie spinali, malformazioni vertebrali o midollari.
In questi soggetti, oltre a trattare la causa primaria della lesione spinale mediante terapia medica o chirurgica è essenziale svuotare la vescica almeno ogni otto ore attraverso premitura manuale o cateterismo vescicale.
Per prevenire e fronteggiare le infezioni urinarie legate al ristagno di urina in vescica è spesso necessario ricorrere alla somministrazione di antibiotici.

Per facilitare lo svuotamento manuale della vescica ed aiutare l’animale ad urinare da solo è anche possibile impiegare farmaci alfa-bloccanti quali la Fenossibenzamina, che consente di ridurre il tono dello sfintere uretrale interno, oppure miorilassanti, come il Diazepam, che determina una diminuzione del tono dello sfintere uretrale esterno.

Gli alfa bloccanti ed i miorilassanti possono essere impiegati in associazione. Spesso sono necessari alcuni giorni di terapia prima che vi sia un buon rilasciamento degli sfinteri e si riesca a svuotare manualmente la vescica. Soltanto in questo momento si può eventualmente utilizzare un parasimpaticomimetico come il Betanecolo per stimolare la contrazione del detrusore..
Se la lesione spinale è reversibile e la vescica viene gestita adeguatamente, la funzionalità urinaria può essere recuperata.

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Le lesioni da motoneurone inferiore (MNI) interessano i metameri spinali sacrali (S1-S2-S3) e/o le radici nervose e/o i nervi spinali (nervo pelvico e nervo pudendo) che originano da S1-S2-S3.
In presenza di lesioni a questi livelli, la vescica si riempie e si svuota da sola con facilità ma non vi è un controllo volontario della minzione: spesso l’animale perde piccole quantità di urina in continuazione. La vescica ha consistenza flaccida, ed è facile da svuotare manualmente. Minori sono le resistenze quando si svuota manualmente la vescica, minore è il tono dello sfintere uretrale esterno, quindi più grave è la lesione.
I soggetti con alterazioni della minzione da MNI possono presentare anche una riduzione del tono muscolare degli arti posteriori e della coda con paresi o paralisi flaccida.

Dato che i metameri spinali S1-S2-S3 sono localizzati all’incirca a livello di quinta vertebra lombare (L5), una qualsiasi lesione tra la quinta vertebra lombare ed il sacro può determinare una lesione da MNI. Le eziologie più frequenti includono: fratture sacrali, sindrome della cauda equina, patologie discali a livello di L5-L6 o L6-L7 o L7-S1, fratture, sublussazioni, lussazioni vertebrali a livello di L5-L6 o L6-L7 o L7-S1, neoplasie vertebrali (da L5 a S3), neoplasie midollari ed emboli fibrocartilaginei a livello di metameri spinali S1-S2-S3 e lesioni bilaterali del nervo pelvico o del nervo pudendo in seguito a traumi o a interventi chirurgici.
Anche in presenza di una lesione da MNI è di fondamentale importanza svuotare regolarmente la vescica almeno ogni otto ore. Se il tono degli sfinteri è fortemente ridotto o assente si può intervenire famacologicamente cercando di stimolare il tono e la contrattilità del detrusore con del Betanecolo. A volte è anche necessario associare un trattamento con Fenossibenzamina per consentire il rilasciamento dello sfintere uretrale interno.
La terapia farmacologica spesso non dà risultati soddisfacenti e la prognosi è infausta, soprattutto quando non vi è un recupero del tono degli sfinteri anale e uretrale. Quando la lesione interessa solo i nervi periferici può esserci un miglioramento della lesione nell’arco di alcune settimane o mesi in relazione alla gravità.
Oltre che per prevenire infezioni delle vie urinarie, nei soggetti colpiti da alterazioni neurologiche della minzione è molto importante evitare che la vescica rimanga distesa per tempi lunghi per evitare che le cellule muscolari lisce del muscolo detrusore perdano irreversibilmente la capacità di contrarsi. Pensiamo ad un palloncino: una volta gonfiato eccessivamente è impossibile che, una volta sgonfio, torni alle dimensioni iniziali.

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