Infertilità e Obesità nel Cane e Gatto

L’obesità nel cane e nel gatto possono influire negativamente sulla capacità riproduttiva fino ad arrivare all’infertilità.

Il peso eccessivo ha conseguenze negative sul benessere e l’obesità è ormai una malattia sempre più diffusa nei paesi industrializzati con conseguenze rilevanti sulla salute pubblica.

Negli ultimi decenni i nostri amici a quattro zampe sono divenuti a tutti gli effetti veri e propri membri della famiglia e, come tali, soffrono spesso delle stesse patologie che affliggono noi umani.

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L’obesità è un problema che interessa anche loro e in questo articolo ci occuperemo principalmente di spiegare quali sono le implicazioni negative del sovrappeso sulla sfera sessuale e le conseguenze sulla fertilità.
L’obesità va ad alterare l’equilibrio ormonale ed enzimatico dell’organismo con effetti negativi sulla capacità riproduttiva sia nei soggetti di sesso femminile sia in quelli di sesso maschile.

Nelle femmine l’obesità è una causa diffusa di infertilità ed è associata a cicli estrali irregolari, alle volte poco frequenti o con manifestazioni anomale.
L’irregolarità del ciclo è associata spesso a una disfunzione ovulatoria che causa infertilità. Questa a sua volta può essere dovuta a squilibri ormonali, sempre dovuti al sovrappeso. Livelli ottimali di estrogeni e di progesterone infatti sono essenziali per il successo del concepimento.
Oltre a ciò depositi di grasso nelle ovaie possono interferire con lo sviluppo embrionale e causare aborti spontanei.
Negli ultimi tempi inoltre sono stati fatti degli studi che dimostrano una correlazione tra i livelli di insulina e le gonadotropine.
Una ricerca  dell’università di Baltimora ha evidenziato come nelle femmine di topo obese l’ipofisi risponde ai livelli troppo elevati di insulina (prodotta in eccesso nei soggetti in sovrappeso) innescando una serie di disfunzioni ormonali che bloccano la funzione delle ovaie e danneggiano la fertilità. Questo studio creerebbe quindi una correlazione diretta tra l’obesità e l’infertilità.

Le cagne obese inoltre presentano molti più problemi anche durante la gravidanza e il parto. Infatti l’obesità è tra le cause principali di inerzia uterina, condizione nella quale l’utero non raggiunge un livello di contrattilità tale da permettere l’espulsione dei feti. Questa situazione patologica deve essere affrontata necessariamente con il ricorso al parto cesareo, la cui  incidenza  è maggiore del 40% rispetto alle femmine normopeso.

Nei maschi obesi, una delle cause principali di infertilità sarebbe da ricercare nei livelli anormali di androgeni. Il grasso in eccesso è stato infatti associato a basse percentuali di testosterone libero nel sangue, e in molti obesi di sesso maschile è stata riscontrata un’alta concentrazione di estrogeni. Queste caratteristiche, secondo uno studio del 2008, sono provocate da un’iperattività dell’enzima aromatasi, presente in alte percentuali nel cosiddetto tessuto adiposo bianco. L’enzima converte gli androgeni in estrogeni, ormoni prettamente femminili. In un organismo maschile la presenza di ormoni sessuali femminili va ad alterare la composizione dello sperma e porta a bassi livelli di testosterone.
I maschi obesi infatti hanno generalmente un numero di spermatozoi inferiore che a sua volta riduce la probabilità di concepimento.
Inoltre i cani obesi spesso presentano una temperatura scrotale superiore a quella fisiologica a causa dell’isolamento termico provocato dal tessuto adiposo e questo determinerebbe una scarsa produzione di spermatozoi e scarsa qualità del seme.
I maschi in sovrappeso sono anche più riluttanti al movimento e hanno più difficoltà durante la monta.

E’ importante specificare che a volte l’obesità è sintomo di altre patologie anti-fertilità come l’ipotiroidismo, il diabete mellito e la sindrome di Cushing. Pertanto in un soggetto da riproduzione obeso è sempre bene eseguire delle indagini più approfondite soprattutto se compaiono ulteriori segni di una di queste patologie.

Molto spesso i soggetti riproduttori che presentano problemi di infertilità vengono sottoposti a percorsi diagnostici tortuosi e complicati. Il nostro consiglio è quello di valutare attentamente il soggetto a partire dall’esame obiettivo generale. Grazie a questo è possibile studiarne lo stato nutrizionale che spesso è significativamente correlato alla condizione di infertilità.

È stato dimostrato, infatti, che un cambiamento delle abitudini di vita (e dunque la perdita di chili in eccesso) può ristabilire la fertilità.
Un calo di peso anche solo del 5% è associato a una perdita di grasso viscerale che può arrivare fino al 30%. Questo comporta un consistente miglioramento metabolico e può significare il recupero della normale ovulazione, una riduzione dell’insulinoresistenza e regolarizzazione dei livelli di testosterone nell’organismo.

Quindi.. Non aspettare che l’OBESITA’ diventi un problema! Cerca di scorgere i primi segni del sovrappeso e affrontali fin d’ora per regalare a “Fido e Micio” anni di serena e sana esistenza al tuo fianco.
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