Obesità nel Gatto

Una corretta alimentazione è sinonimo di benessere e l’obesità rappresenta a tutti gli effetti una malattia da malnutrizione particolarmente grave nel gatto, perché predispone a diverse e rilevanti patologie. Per comprendere la portata del problema è necessario conoscere alcuni concetti di base sull’alimentazione felina.
Il gatto è un “carnivoro obbligato” il che significa che le proteine costituiscono l’asse portante della sua dieta. Sebbene i felini siano in grado di utilizzare i carboidrati (detti comunemente “zuccheri”) come fonte energetica metabolica, essi di fatto non ne hanno bisogno in senso stretto e, soprattutto, non sono in grado di gestirne una quantità eccessiva. I gatti, infatti, si sono evoluti consumando prede con alta concentrazione di proteine, bassa o moderata di lipidi ovvero grassi e minima di carboidrati, pertanto il loro metabolismo per sua natura è abituato a utilizzare un’elevata quantità di proteine ed una ridotta di zuccheri. E’ importante sapere, ad esempio, che anche in presenza di molti carboidrati nell’alimento il metabolismo felino predilige sempre la via delle proteine per ottenere energia; in più i gatti “mancano” di alcuni enzimi a livello salivare, intestinale ed epatico fondamentali per la digestione di zuccheri semplici, quali il fruttosio ed altri. Questa è solo una minima parte delle peculiarità fisiologiche dei gatti, animali “unici” anche sotto il profilo nutrizionale di cui bisogna bisogna rispettare le esigenze naturali.
Sovrappeso ed obesità sono problematiche largamente diffuse anche tra gli animali da compagnia: vari studi condotti negli Stati Uniti e in Gran Bretagna stimano colpiscano dal 25 al 40 % dei gatti domestici. L’aumento di peso si verifica quando l’animale si trova in uno stato di bilancio energetico positivo per un prolungato periodo di tempo o, più semplicemente, nel momento in cui assume più calorie di quanto è in grado di bruciare. Questo eccesso di energia viene immagazzinato sotto forma di grasso. Normalmente l’organismo è in grado di distribuire ed utilizzare le risorse in maniera tale da mantenere un equilibrio senza incorrere in un aumento di peso, ma esistono diversi fattori in grado di perturbare la stabilità energetica metabolica.
Il sesso (animali interi rispetto a quelli sterilizzati; maschi rispetto alle femmine), l’età, l’attività fisica dettata dallo stile di vita e la dieta dettano legge in fatto di peso!. E’ stato dimostrato che alcuni cambiamenti ormonali conseguenti a sterilizzazione/castrazione portano ad una maggiore predisposizione ad ingrassare, è pertanto sempre consigliabile ridurre la quantità giornaliera di cibo e monitorare il peso degli animali sterilizzati. In realtà bisognerebbe abituarsi a regolare correttamente la dieta del nostro amico felino sin da quando è giovane poiché risulta molto più facile prender peso che perderlo. In generale i gatti al di sotto dei due anni tendono meno ad ingrassare mentre tra i due e i dieci anni il rischio aumenta; durante la terza età, invece, si può avere un fenomeno di dimagramento. Anche l’attività fisica, come per tutti, risulta importante: mediamente i gatti che vivono soltanto in casa sono considerabili “sedentari” e pertanto più soggetti al sovrappeso di quelli che possono uscire. Un altro fattore da tener in gran conto è la quantità di zuccheri assunta con l’alimento: essi non vengono utilizzati immediatamente, dando il gatto precedenza alle proteine come fonte energetica, vengono quindi immagazzinati sotto forma di grasso. Inoltre diete molto appetibili e ad elevata densità calorica tendono a mettere appetito e portano ad assumere cibo in eccesso, situazione che può peggiorare quando l’animale ha libero accesso all’alimento oppure utilizzando quotidianamente premi in cibo per educarlo o distrarlo.
Una corretta perdita di peso significa diminuire la massa grassa dell’organismo preservando la massa magra, necessaria per garantire un corretto equilibrio energetico basale. Diversi studi in ambito di nutrizione felina hanno dimostrato che l’obbiettivo può esser raggiunto con diete ad elevato contenuto proteico e ridotto apporto di carboidrati in grado, tra le altre cose, di normalizzare l’appetito del gatto. In linea generale, in ragione del tipo di lavorazione che subisce, il cibo secco ha più carboidrati rispetto all’umido: quest’ultimo rispetta maggiormente la proporzione “elevate proteine/ridotti carboidrati”. E’ bene sapere, però, che questo tipo di alimento non ha proprietà “miracolose” ed , anzi, la contropartita può essere l’eccessiva densità calorica apportata, altro aspetto da considerare in corso di dieta. Ecco perché è sempre consigliabile rivolgersi al veterinario per pianificare un corretto programma di dimagramento.
In ultimo, ma altrettanto fondamentale, nei felini l’obesità è una condizione che predispone allo sviluppo o aggrava la progressione di patologie importanti, principalmente: il diabete mellito, la lipidosi epatica, le malattie delle basse vie urinarie, l’artrite, la diarrea giovanile e la malattia infiammatoria intestinale (IBD). Oltre a ciò, un gatto in sovrappeso è maggiormente soggetto ad intolleranza all’esercizio fisico, elevato rischio anestesiologico, problematiche respiratorie, riduzione delle difese immunitarie e patologie riproduttive soprattutto legate al parto (distocia).
In un’ottica di “prevenire è meglio che curare” si comprende l’importanza di una dieta corretta e mirata al singolo animale durante il corso di tutta la vita e di un controllo costante del peso e delle condizioni generali del gatto.
Quindi.. Non aspettare che l’OBESITA’ diventi un problema! Cerca di scorgere i primi segni del sovrappeso e affrontali fin d’ora per regalare a “Fido e Micio” anni di serena e sana esistenza al tuo fianco.
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