Terza Età nel Cane e nel Gatto
Conoscere i problemi tipici del cane anziano è di fondamentale importanza per gestire al meglio lo stato di salute dei nostri amici a quattro zampe e cominciare a fare prevenzione fin dalla giovane età.
Ogni volta che si fa riferimento all’età anagrafica del proprio cane viene subito da pensare a quanti anni corrisponda in termini “umani” e, spesso, si parte con il conto alla rovescia per capire quanto tempo ancora il nostro amico a quattro zampe resterà con noi. Capita frequentemente di sentire frasi del tipo: “Come vorrei che il mio cane vivesse più a lungo!” oppure “Non c’è niente che si può fare per farlo vivere di più?”. La risposta, fortunatamente, è “sì..qualcosa si può fare!”
L’aspettativa di vita dei nostri animali domestici negli ultimi anni è notevolmente aumentata grazie ai progressi della medicina veterinaria e alla migliore capacità di gestione da parte del proprietario. Molte persone hanno infatti raggiunto una consapevolezza ed un livello di informazione tale da riuscire ad adattare le attenzioni quotidiane alla fase di vita del proprio cane: cucciolo, adulto o anziano.
Sapere quando il proprio amico a quattro zampe entrerà a tutti gli effetti nella terza età è fondamentale, perché mette il proprietario nelle condizioni di adattare lo stile di vita del cane al suo naturale invecchiamento: talvolta per assicurargli una vita lunga e sana basta infatti semplicemente un cambio di alimentazione, un adattamento dell’esercizio fisico ed un aumento della frequenza delle visite mediche.
La durata massima della vita di un cane è fissata in circa 27 anni, ma raramente si trovano esemplari che superano i venti anni di età: la vita media è infatti di circa 13 anni. Esistono però notevoli differenze legate sia alla razza sia alla taglia, come evidenziato nell’elenco sottostante:
– cani di taglia piccola: vita media 14 anni
– cani di taglia media: vita media 12 anni
– cani di taglia grande: vita media 9,5 anni
– cani di taglia gigante: vita media 8,5 anni.
I primi segni dell’avanzamento dell’età sono la maggiore tendenza all’affaticamento e la riluttanza al movimento. Nei cani sedentari si registra un aumento del rischio di comparsa di patologie a carico dell’apparato locomotore: man mano che l’invecchiamento progredisce la massa muscolare del nostro amico va infatti incontro ad una lenta ma progressiva atrofia con concomitante riduzione della sostanza ossea. In molti animali si sviluppa quindi l’osteoporosi, una condizione che provoca una pericolosa fragilità delle ossa. Per cercare di ridurre, nei limiti del possibile, i problemi sopracitati è necessario garantire al nostro cane esercizio fisico quotidiano ed apportare alcune modifiche al suo regime alimentare. Il rallentamento del metabolismo tipico dell’anziano ha come inevitabile conseguenza una riduzione del fabbisogno energetico di circa il 20%. L’adattamento della razione di cibo alle esigenze dell’animale anziano limita il rischio del sovrappeso, una condizione nemica non solo dell’apparato scheletrico, soprattutto per i soggetti affetti da processi artrosici in progressiva evoluzione, ma anche di polmoni e cuore. Con il passare degli anni si registra inoltre una diminuzione della capacità di digerire alcuni cibi; si rende quindi opportuno somministrare alimenti contenenti elementi nutritivi adeguatamente bilanciati e studiati per migliorare il processo digestivo e prevenire patologie renali.
Inoltre alcuni cani sperimentano maggiori difficoltà nella masticazione e preferiscono consumare cibi morbidi: il problema può essere legato non soltanto al fisiologico invecchiamento della dentatura, ma anche ad una pregressa carente igiene orale.
Oltre che per i motivi appena elencati, il controllo del peso risulta di fondamentale importanza anche perché un aumento o una diminuzione possono essere sintomo di condizioni patologiche quali disturbi alla bocca o ai denti, malattie endocrine (diabete, ipotiroidismo, morbo di Cushing), patologie epatiche croniche e neoplasie.
Un altro problema frequente che si riscontra nell’età anziana è la costipazione: essa è legata sia ad una fisiologica diminuzione dell’attività gastrointestinale sia alla sedentarietà.
E’ inoltre importante fare attenzione a qualsiasi variazione nelle abitudini del nostro cane: un aumento della sete, ad esempio, può essere sinonimo di patologie renali, endocrine o riproduttive. La polidipsia, termine che indica un aumento della sete e un consumo idrico, nell’arco delle 24 ore, superiore a 80-100 ml per ogni kg di peso, è un sintomo da non sottovalutare ed anzi è un valido motivo per consultare il proprio veterinario.
Man mano che l’età avanza si registra anche una riduzione dell’efficienza del sistema immunitario, che determina una maggiore predisposizione alle malattie infettive, in particolar modo quelle virali, avvalorando quindi l’importanza della vaccinazione annuale anche degli animali anziani.
L’aumento della sensibilità ai processi infettivi predispone a sviluppare bronchiti a carattere cronico; il problema è poi accentuato dal fatto che, di norma, le secrezioni dell’apparato respiratorio sono meno abbondanti ma più vischiose, con conseguente otturazione dei bronchioli.
L’invecchiamento ha fra le sue conseguenze anche un peggioramento delle condizioni dell’apparato cardiocircolatorio: la gittata cardiaca si riduce e si registra un certo aumento della frequenza di problemi cardiaci e neoplasie.
Con il passare dell’età anche i processi di termoregolazione subiscono delle modificazioni, e il mantenimento della corretta temperatura corporea risulta più difficile: bisogna quindi tenere l’animale in un posto fresco e ventilato in estate e caldo e confortevole in inverno.
La senescenza non fa sconti nemmeno al sistema nervoso: a causa della riduzione del numero di neuroni si registrano problemi a livello delle performance neuromuscolari e aumentano i rischi di sviluppare neoplasie e disturbi neuromuscolari.
Fra le più gravi patologie che caratterizzano l’età avanzata vi sono le neoplasie: accurate visite veterinarie periodiche contribuiscono a diagnosi precoci con conseguente miglioramento della prognosi. La notevole diffusione dei tumori mammari nei cani di sesso femminile ha fatto sì che aumentasse notevolmente il numero di studi relativi a questo problema; tali studi hanno mostrato che una sterilizzazione effettuata dopo il primo calore riduce in modo significativo l’incidenza di tali neoplasie.
Altre conseguenze dell’invecchiamento sono l’ipercheratosi, cioè un incremento dello spessore dello strato corneo dell’epidermide legato alla disidratazione tissutale, una maggiore fragilità dei peli, che peraltro tendono a diventare più secchi, e l’iperplasia delle ghiandole sebacee, una condizione che favorisce la comparsa di adenomi, cisti e talvolta processi neoplastici.
In alcuni casi il cane anziano sembra poi “cambiare carattere”: si apparta, appare confuso, non risponde più ai comandi, è apatico e a volte emette delle strane vocalizzazioni. Attenzione a non sottovalutare questi segni, poiché spesso sono indice di insorgenza di problemi di vista, di udito o di demenza senile.
Quanto detto ci fa capire che, benché la senescenza sia una fase naturale della vita di un cane, può diventare problematica se non si agisce in termini di prevenzione. Un’alimentazione adeguata, un buon esercizio fisico, uno stile di vita consono, la diagnosi ed il trattamento precoci di alcune malattie possono garantire al nostro amico il dovuto benessere anche in tarda età e, talvolta, allungargli la vita. Il modo più indicato per pianificare le esigenze del cane anziano prevede l’aiuto del veterinario di fiducia, colui che da sempre è stato vicino al nostro amico e che ha condiviso l’avventura di un cucciolo che è diventato adulto e che si prepara ad affrontare al meglio una tappa fondamentale della vita: la terza età.
La Clinica Veterinaria Borgarello, attenta al benessere animale e sostenitrice della medicina preventiva, ha messo a punto il “Programma Terza Età”, per aiutarvi a garantire al nostro amico buone condizioni di salute fino in tarda età.
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