In questo articolo parleremo in maniera approfondita di un argomento molto interessante: l’utilizzo del plasma nel cane.
Ci scusiamo per il taglio tecnico e l’utilizzo di termini scientifici nell’articolo, ma siamo a vostra disposizione per qualsivoglia chiarimento.
Innanzitutto, cerchiamo di capire cosa è il plasma. Il plasma è il liquido, il surnatante, che si ottiene dalla centrifugazione o dalla sedimentazione del sangue intero reso incoagulabile (l’anticoagulante più utilizzato per le sacche da trasfusioni è il CPDA, Citrate Phosphate Dextrose Adenine Solution). Può essere ottenuto o dalla centrifugazione di sangue intero a 5000 giri per 5 minuti oppure dalla centrifugazione lenta di sangue intero fresco a 1000 giri per 4-6 minuti. Quest’ultimo procedimento permette di avere un plasma ricco di piastrine, utile in caso di trombopenia, disfunzione piastrinica e coagulopatie.
Può essere sicuramente utile conoscere meglio questo emoderivato, il plasma, dal momento che ormai, anche in Medicina Veterinaria, i suoi utilizzi sono svariati e vorremmo farlo diventare un punto di forza della nostra clinica.
In base alle modalità di conservazione possiamo distinguere:
– plasma fresco
– plasma fresco congelato
– plasma congelato
PLASMA FRESCO
Il plasma fresco deve essere somministrato al cane ricevente entro 6 ore dal suo prelievo; non va, quindi, congelato, al massimo può essere refrigerato per qualche ora nell’attesa dell’utilizzo, altrimenti conservato a temperatura ambiente.
I suoi componenti attivi sono:
– tutti i fattori della coagulazione
– albumina
– altre proteine plasmatiche (immunoglobuline)
Il plasma fresco si può utilizzare in caso di:
– coagulopatie congenite: malattia di Von Willebrand, emofilia A e B
– coagulopatie acquisite: in corso di grave insufficienza epatica, avvelenamento da rodenticidi (coagulopatia per antagonismo/carenza di vitamina K) o CID (coagulazione intravasale disseminata, carenza di tutti i fattori della coagulazione)
– carenze di altri fattori della coagulazione
– ipoproteinemia: in enteropatie o nefropatie proteino-disperdenti, epatopatie, ustioni o gravi versamenti cavitari
– ipoalbuminemia: quando l’albumina risulta <1,5-2 g/dl
– piastrinopenia: trombocitopenia o trombocitopatia; in questi casi si può ricorrere ad una trasfusione di plasma terapeutica (nei casi di sanguinamento attivo) o preventiva (consigliata quando la conta delle piastrine scende sotto 10000/μl in assenza di fattori che aumentano i requisiti di piastrine, come la chirurgia, o sotto 20000/μl in presenza di tali fattori)
– SIRS (sindrome da risposta infiammatoria sistemica): grave condizione patologica che consiste in uno stato infiammatorio esteso a tutto l’organismo in assenza di chiare cause di infezione
– pancreatite acuta: in questo caso il plasma è valido come fonte di albumina, antitrombina, alfa-2-maro-globulina ed alfa-1-antitripsina, e fattori della coagulazione
– gastroenteriti del cucciolo: utilizzando protocolli adeguati in base alla sintomatologia ed al paziente in esame
– sepsi/endotossiemia: plasma come fonte di immunoglobuline
– rimpiazzo del colostro in corso di Parvovirosi dei cuccioli: utile per l’eventuale trasferimento passivo di anticorpi ed albumina; in questo caso il plasma può essere somministrato anche per via orale.
PLASMA FRESCO CONGELATO
Il plasma fresco congelato deve essere congelato entro 6 ore dal suo prelievo. Se mantenuto alla temperatura di – 4°C, può essere conservato per una durata di circa 2-3 mesi; se, invece, la temperatura di conservazione raggiunge i -20°C/ -30°C può durare anche 1 anno.
I suoi componenti attivi sono:
– tutti i fattori della coagulazione
– albumina
– altre proteine plasmatiche (immunoglobuline)
Il plasma fresco congelato si può utilizzare in caso di:
– coagulopatie congenite
– coagulopatie acquisite
– carenze di fattori della coagulazione
– ipoproteinemia
– ipoalbuminemia
– piastrinopenia
– SIRS
– pancreatite acuta
– gastroenteriti del cucciolo
– sepsi/endotossiemia
– rimpiazzo del colostro in corso di Parvovirosi dei cuccioli.
PLASMA CONGELATO
Il plasma congelato, invece, è quello che viene congelato dopo 6 ore dal prelievo di sangue o è plasma fresco congelato scongelato e ricongelato o plasma fresco congelato per più di 1 anno. Se conservato a -30°C può durare per un massimo di 5 anni dopo il prelievo di sangue.
I suoi componenti attivi sono:
– alcuni fattori della coagulazione (minore attività dei fattori labili: V, VIII e di von Willebrand)
– albumina (conservata fino a 2 anni)
– altre proteine plasmatiche (immunoglobuline; conservate fino a 2 anni).
Il plasma congelato si può utilizzare in caso di:
– coagulopatie acquisite o congenite: deficit di fattori della coagulazione stabili od emofilia A
– ipoproteinemia: in enteropatie o nefropatie proteino-disperdenti, epatopatie, ustioni o gravi versamenti cavitari;
– fonte di immunoglobuline: in corso di alcune patologie infettive come la Parvovirosi od in caso di sepsi ed endotossiemia; il plasma può essere utilizzato anche per via orale come sostitutivo del colostro in cuccioli che non hanno ricevuto l’immunità passiva.
MODALITA’ DI IMPIEGO
Per quanto riguarda l’impiego nel paziente, il plasma, se congelato, deve essere scongelato a 37°C e trasfuso appena possibile. Lo scongelamento può essere effettuato a bagnomaria a 37°C per 25-30 minuti od in acqua calda a 25-35°C. L’utilizzo del microonde è sconsigliato perché causa la perdita totale dei fattori VIII, di vonWillebrand e del fibrinogeno, ma si può ricorrere ad esso nelle situazioni di urgenza (a bassa potenza, 700 W, ad intervalli di 10 secondi).
La posologia varia a seconda delle patologie per cui si utilizza questo trattamento e viene individuata caso per caso in base alle necessità del paziente.
A variare è anche la modalità di somministrazione: nella maggior parte dei casi si ricorre a trasfusioni per via endovenosa, ma in casi selezionati (es. cuccioli con Parvovirosi) è possibile ricorrere alla via orale.
Per le trasfusioni di plasma nel cane la determinazione del gruppo sanguigno non è strettamente necessaria (questo vale solo per la prima trasfusione, poi diventa importante per evitare il rischio di reazioni trasfusionali), mentre lo è nel gatto.
Il plasma può essere somministrato attraverso una vena periferica o centrale, o per via intraossea, utilizzando sempre set per infusione dotati di filtri (come per le trasfusioni di sangue intero). Non deve essere mescolato con altri fluidi o farmaci, ma eventualmente solo con soluzione fisiologica.
Nella Clinica Veterinaria Borgarello in base all’occorrenza ricorriamo sia alle trasfusioni di sangue intero che alle trasfusioni di plasma. Volete saperne di più?
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